Carissimi,
un post leggermente polemico riguardo le liberalizzazioni dei taxi. Sono sicuramente tra le categorie meno amate dai propri clienti (insieme ai feudi farmacisti e sicuramente superati dai nobili del giorno d'oggi i notai) e sono sicuramente la categoria meno amata dai media. Dalle varie interviste di tassisti e simili c'è un punto che proprio non riesco a capire. A quanto pare una licenza taxi a Roma o Milano (diciamo in una grande città) costa almeno 200.000 euro. L'aspetto piuttosto curioso è che la dichiarazione dei redditi media dei "tassinari" romani è di 15000 euro. Il netto (che dipende in realtà da vari fattori tipo proprietà della casa, figli a carico etc) diciamo che è 12000. Il calcolo è molto rozzo ma su queste cifre dovrebbe cambiare poco. Questo significa che l'investimento iniziale paga circa il 6% l'anno, meno dei BTP (si ok, siamo in crisi e pagano troppo, ma è comunque incredibile). Questi signori potrebbero smettere di lavorare, investire in titoli relativamente sicuri e vivere più o meno con lo stesso reddito. Ora è chiara l'iperbole ma mi sembra anche chiaro che qualcosa non torna, o sono tutti scemi oppure c'è qualche incongruenza tra quanto dichiarano di pagare la licenza e quanto dichiarano all'agenzia delle entrare.
Cosa ne pensate?
JG