quando l'uomo colla pancetta incontra la donna cogli occhioni blu e i lunghi capelli biondi, l'uomo colla pancetta è un uomo morto. Per questo, per evitare di soccombere in questo nordico paese di bionde struggenti, ho deciso di mettermi a correre. Così, oggi e ieri ho disonorato la maglia già altrimenti gloriosa del coripe ballonzolando ridicolmente per le vie dell'Oost amstelodamense - dove a dire il vero di bionde fatali se ne vedono poche e sono tutti turchi barbuti e bellezze velate, sicuramente more come la notte e i frutti di rovo. E mentre correvo pensavo a due cose su cui aprire il dibattito.
La prima: è l'ITAGLIA un paese in via di sottosviluppo? ci sono i paesi in via di sviluppo, paesi di ggiovani, pieni di speranze, pronti alla rivolta contro regimi corrotti e antiche inefficienze. E ci sono - ci devono essere, benché la letteratura non ne parli mai - anche paesi di vecchi, in decadenza, stanchi di lotte, pronti a inventarsi inefficienze sempre nuove. Le minchiate sul nucleare, sull'installatore autorizzato per il modem di casa, l'amministrazione nelle mani dei laureati in giurisprudenza, la nuova legge sugli appalti e chi più ne ha più ne metta (la riforma Gelmini, il piano casa, l'abolizione dell'Ici, la nuova tassa sull'acquisto di auto usate, gli incentivi, i mancati incentivi, l'imposta di bollo sui conti correnti....) non sono forse altrettanti gradini sulla via del sottosviluppo, della decrescita infelice?
La seconda: esiste una relazione negativa fra vitalità economica e percentuale di proprietari di case? i paesi infimi in cui vivo si stanno spostando da un sistema in cui tutti erano in affitto, a un sistema in cui sempre più sono quelli che mettono da parte i soldi e si comprano casa. In italia, tutti possiedono casa, tranne i giovani sfigati prigionieri a casa dei propri genitori, e l'affitto è solo per studenti, poststudenti (come voi) e immigrati. Possedere casa è una sicurezza, senza dubbio, ma anche un fardello, un limite, spinge all'immobilismo, al tranquillo adargiarsi, all'incupimento nel comfort. e allora vi chiedo, baldi economisti, se si fa una regressioncina facile facile, che relazione c'è fra crescita e possesso? Secondo me negativa. E allora basta incentivi alla prima casa, viva l'ICI, sì all'edilizia pubblica?
Che dite?
L'Apollo Belgico
mi auto commento: ma jakob, sei anche tu ad annoiarti ad amsterdam?
RispondiEliminason qui! Mi stavo proprio chiedendo che fine avevi fatto. Passi in dipartimento domani? Potremmo anche prenderci una birra verso le 18-18.30 se preferisci...
RispondiEliminaAllora,
RispondiEliminaper quanto riguarda le considerazioni circa la decrescits infelice ed il sottosviluppo, mi limiterei ad uno...speriamo di no!
Mi interesainvece la questione della relazione tra possesso di immobili e vitalità economica.
Immagino un agente economico che,partendo da una situazione iniziale di relativa poveretà, lavora come un mulo, risparmia, accumula ed investe poi in proprietà immobiliari come assicurazione per tempi in cui i suoi affari smetteranno di essere prosperi. A livello aggregato immagino la transizione di un ceto mercantile, che ha generato ricchezza e crescita, ad un ceto di rentier, che gode essenzialmente degli investimenti immobiliari della generazione precedente e promuove al contempo un periodo di stagnazione.
Cambiando oggetto, è interessante ache notare che la crisi finanziaria è iniziata proprio con lo scoppio della bolla sui subprime: proprio il desiderio di mettersi al riparo dalle incertezze attraverso l'acquisto di case,ha fatto sì che la crisi iniziasse...
Ci torneremo
Dimenticavo.
RispondiEliminaSono il mora.
l'importante, di questi tempi, è non essere mora (lele) e neppure in mora
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