E adesso secondo voi cosa succede?

domenica 18 dicembre 2011

Per una volta daccordo con i francesi.

Ebbene sì, questa volta sto  con i Francesi. Polemici e sciovinisti, ma in questo caso sto con loro. Nonostante che dopo l'uscita di scena di B, Sarko sia passato automaticamente al primo posto nella classifica dei presindenti più ridicoli del pianeta, nella polemica con gli Inglesi sono abbastanza daccordo con loro. Mi riferisco alla polemica sollevata dal Governatore della Banca di Francia Noyer che ha suggerito alle agenzie di rating di dare uno sguardo anche ai fondamentali dell'Inghilterra in materia di triple A, invece di concentrarsi solo sull'Eurozona. 
Anch'io continuo a domandarmi qual'è la logica con la quale le agenzie di rating minacciano i downgrade. In teoria le valutazioni per essere oggettive, ammesso che le parole valutazione ed oggettivo possano realmente coesistere, dovrebbero basarsi semplicemente su valutazioni economico-finanziarie. Come ha fatto notare Deaglio, le agenzie di rating sembrano essere sempre di più attente a quelle che sono le difficoltà politiche nel prendere delle decisioni, piuttosto che limitarsi a guardare fondamentali macroecononomici. 
La situazione economica  dell'Inghilterra, nonostante le molte virtù che la caratterizzano, non mi sembrano così rosee. Debito pubblico verso il 100% del GDP, deficit non molto sotto controllo, debito privato alto recessione in arrivo e soprattutto enorme dipendenza da un settore, quello finanziario, che in un modo o nell'altro dovrà essere regolamentato e ridotto. Ma per le sorelle del rating questo non c'è neanche bisogno di puntare un faro sull'Inghilterra. Niente, il centro della finanza europea non merita di essere disturbato. Allo stesso tempo, tutti gli sforzi degli europei, per quanto goffi ed in ritardo, sembrano non servire a nulla. Anzi, ogni volta che si fa un progresso, le agenzie non perdono un minuto per dirci che non servirà a niente, che non c'è motivo per allentare la pressione sui debiti sovrani.


Sarà vittimismo, sarà malafede, saranno le solite teorie del complotto, ma non riesco a togliermi l'impressione che ci siano dei conflitti di interesse molto grandi in questa storia. I politici europei hanno manifestato da tempo la necessità di regolamentare la finanza. Quelli inglesi molto meno. Ricordiamoci sempre che gli analisti che oggi sono così severi e rigorosi, hanno dato per anni delle allegre triple A ai vari derivati tossici che ci hanno messo in questo casino.


Per quanto riguarda gli Inglesi, la delusione è massima. Con le sue decisioni Cameron ha dimostrato di essere miope. Oltre ad aver scelto di appoggiare la lobby della finanza dell City (altro che tassisti!)e di non appoggiare le decisioni dell'UE e dell'UEM, ha anche negato l'appoggio ad un aumento consistente delle risorse da destinare al FMI. Traiettoria preoccupante. Ancora per bocca francese, stavolta tramite Christine Lagarde del Fondo Monetario, arrivano le critiche agli Inglesi. Senza riferirsi direttamente alle scelte idiote di Cameron, ha lanciato un avvertimento verso i rischi di atteggiamenti di politica economica similari a quelli del 1929, quando l'egoismo ed il protezionismo aggravarono la crisi e le tensioni politiche tra stati.


Le questioni su cui riflettere sono le seguenti:

  • le agenzie di rating sono in conflitto di interesse?
  • e' giusto che queste incorporino nei rating valutazioni di tipo politico?
  • L'Inghilterra, sta effettivamente prendendo una direzione preoccupante?
SM

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