E adesso secondo voi cosa succede?

domenica 29 maggio 2011

Decli-nomics! (1)

Come richiesto dall'Apollo Belgico in una delle sue sedute pre-jogging, chiaccheriamo sul tema del sottosviluppo. E' l'Italia un paese "in via di sottosviluppo"?
Secondo me no. Provo ad argomentare brevemente.Premetto che come l'Apollo Belgico tende a fare le sue considerazioni prima della corsa a caccia di bionde, io le faccio dopo il pranzo della domenica. 


Venendo a noi, io credo che quando si parla di sviluppo, ci si riferisca ad una sorta di forza propulsiva per la quale un paese cresce da molti punti di vista. Un paese in via di sviluppo teoricamente è un paese che vede aumentare il reddito procapite dei suoi cittadini, così come il livello di alfabetizzazione e scolarizzazione, l'aspettativa di vita alla nascita eccetera. Se questa è una versione molto approssimativa ed incompleta dello sviluppo, la sua negazione, ovvero il sottosviluppo, dovrebbe essere una forza propulsiva di segno contrario. Il reddito pro-capite dovrebbe contrarsi velocemente, i tassi di alfabetizzazione crollare ed anche l'aspettativa di vita iniziare a diminuire. Beh, i dati sull'Italia non sono di certo confortanti e non escluderei che possa entrare in un futuro non lontano in un era di sottosviluppo. Tuttavia per ora mi sembra che si debba parlare di stagnazione e di declino relativo. Un paese che cresce dell'1% è un paese che cresce poco, ma non un paese che decresce. 


La mia impressione è che lo sviluppo ed il sottosviluppo, intese come forze complesse, siano reversibili solo dopo molti anni successivi al cosiddetto "decollo" (atterraggio nel caso del sottosviluppo??). Al contrario, una fase o un epoca di stagnazione, dovrebbe potersi concludere con una serie riforme mirate. Come quella del Fantafisco proposta proprio qui su SBRAM!.


A questo punto, ci potremmo dividere tra ottimisti e pessimisti. Sarà in grado l'Italia di varare le riforme necessarie prima che sia troppo tardi e sia inevitabile entrare in una fase di sottosviluppo, oppure no? Ai posteri l'ardua sentenza.


imgres.jpgA proposito di ottimismo e pessimismo, a me preoccupa l'attitudine di noi Italians ad essere molto pessimisti. Il pessimismo può generare prudenza ed essere a volte, positivo. Ad esempio oggi le famiglie italiane sono molto meno indebitate delle famiglie spagnole. Ma in dosi eccessive il pessimismo porta al fatalismo ed all'apatia. E questo a mio avviso è davvero pericoloso per l'economia e la società. E' interessante il concetto proposto da Shiller sulla "irrational exuberance". Gli individui, lungi dall'essere razionali, valutano in modo non corretto i trend nei quali si trovano. Sono quindi particolarmente ottimisti o pessimisti a seconda delle situazioni. Questo concetto spiega bene ciò che succede nei mercati finanziari in bolla speculativa (eccesso di ottimismo) e poi in crisi (eccesso di pessimismo). Secondo me in Italia c'è un eccesso di pessimismo che aggrava la situazione e rischia di rendere le previsioni più fosche una realtà. O no?  


GG


PS:
anche se il nostro amico e co-blogger vercellese non è daccordo, io continuo con la politica dello pseudonimo. Anzi, dell'avatar.

giovedì 26 maggio 2011

Ma dove andremo a finire?

Due cose prima di andare a correre, pioggia e tesi permettendo.
1: ripeto che secondo me l'italia va considerata un paese in via di sottosviluppo. I dati sui poveri lo confermano (si apra il dibattito sul sottosviluppo)
2: avete visto questa cosa degli Istituti tecnici superiori inaugurati ieri l'altro dalla Gelmini? Che ve ne pare? assomiglieranno alle Fachhochschulen tedesche?

martedì 24 maggio 2011

NO TAV

In relazione all'articolo apparso su Repubblica.it sulla protesta NO TAV ,

io chiedo a voi, diligenti ed informati amici, di spiegarmi esattamente per quale motivo la Val di Susa non vuole la ferrovia. Per quale motivo una ferrovia crea tutti questi problemi? Mi sembra meno ingombrante di una autostrada, di un aeroporto o di unoa discarica. Non porta inquinamento diretto nel territorio dato che è elettrificata e in teoria dovrebbe liberare le ferrovie già presenti dal traffico di media-lunga percorrenza (ripeto in teoria) in favore del trasporto pendolari. Capisco che siamo in Italia e la progettazione dei lavori sarà stata disastrosa (vedi aeroporto di Malpensa ad esempio) mi sembra però che l'accanimento e la durata della prostesta siano degni di qualcosa di importante da proteggere... nonostante io abbia vissuto a Torino per 2 anni non sono ancora riuscito a capire cosa succede in Val di Susa... perciò chiedo a Voi, gentilissimi ed eccellenti signori.

domenica 22 maggio 2011

Qualcosa non va!

Due link.
Il primo è un intervista a Massimo Fini sul capitalismo. Nel complesso non sono d'accordo con la sua visione, ma vale la pena ascoltarlo.Qualcosa di giusto di certo c'è.

Il
secondo è sulla bolla immobiliare cinese, simbolo di uno sviluppo che cela parecchi lati oscuri.
Dopo aver ascoltato l'intervista e letto l'articolo in successione, ho avuto una sensazione di fastidio, la percezione che le cose non vadano per niente per il verso giusto.

inception-movie31.jpg




GG 

mercoledì 11 maggio 2011

Il Fantafisco

Siccome io non gioco a calcio (beh, sì, ho fatto una partita colla maglia del coripe una volta, ma solo perché c'erano le ragazze a fare il tifo), e neppure mi interessa il fantacalcio o disquisire sul perché la fiorentina vada così male da quando hanno messo mihajlovic a fare l'allenatore, allora disquisico di fisco. Pensiamo la riforma fiscale che vorremmo. In realtà penso che le riforme essenziali da fare in Italia siano tre, quella del fisco, quella della giustizia e quella della scuola. Però in questo post mi occupo solo della riforma del fisco (e di qualche argomentino connesso).

Iniziamo dagli obiettivi. Gli obiettivi generali sono diversi: semplificare il fisco, spostarne il peso in modo da favorire la crescita, limitare il progresso dell'ingiustizia sociale. E ho elencato gli obiettivi nell'ordine in cui ritengo siano perseguibili. In ogni riforma fiscale ci sono poi degli obiettivi politici di chi la realizza che sono essenziali e ce ne occuperemo.

Passiamo ora all'esame del criterio generale. Il sistema deve fondarsi su due soli pilastri (più un terzo): la tassa sul reddito e la tassa sui consumi, Irpef e Iva. 

Ora come ora il bilancio dello Stato si fonda in realtà  su una miridiade di micro imposte che sembrano irrilevanti, ma sono in realtà enormi. Le imposte di bolle, le imposte sui trasferimenti della proprietà, tutte quelle amenità che esigono i notai e che ogni finanziaria finisce per aumentare. L'ipotesi di partenza è che queste imposte finiscano per avere sull'economia un effetto pesantissimo ma nascosta (contraddicono dunque all'obiettivo della semplicità e della crescita). Si pensi soltanto alla concessione governativa sugli abbonamenti telefonici. Qualcuno crede che la preferenza italiana per le schede prepagate non abbia proprio nulla a che fare con quei 10 o 35 euri di tassa? Abolire TUTTE queste imposte a mio parere permetterebbe di semplificare, incentivare forme più civilizzate di transazione, far emergere il sommerso in certi casi (passaggi di proprietà). Sul piano politico, la misura sarebbe sicuramente popolare e probabilmente otterrebbe l'appoggio anche di alcuni poteri forti, ad esempio industria dell'auto, edilizia, piccole imprese, telefonia etc.

Ma non si tratta di noccioline per il bilancio dello Stato: 30 euri qui, 600 là fanno delle cifre enormi. Forse non quanto l'irpef, ma non noccioline. Da dove prendere questi soldi? dai due pilastri rimanenti: Imposte sul reddito e sui consumi. Si tratta di proporre ai cittadini uno scambio: pagate più tasse chiare, e meno tasse incomprensibili (i miei sono ancora convinti di pagare alla banca l'imposta di bollo sui conti correnti, nonostante che abbia spiegato decine di volte che NON è così e che quelle non sono le spese di tenuta conto, ma sono ottimista sul consenso ottenuto da questa proposta). 

Aumentare l'imposta sul reddito si può solo aumentando la progressività e la progressività si può aumentare riducendo un po' le aliquote centrali, creando più aliquote e aumentando quelle più elevate (contrasta colla semplificazione sicuramente, ma secondo me, non con la crescita, perché sono fortemente convinto della relativa inelasticità del lavoro delle classi abbienti al fisco). Ma non solo: bisogna reintrodurre una forma di ICI. Non l'ICI, imposta sul patrimonio, ma un'imposta sul reddito imputato dell'abitazione: possiedi una casa e ci abiti? ti imputiamo l'affitto che risparmi come reddito imponibile (favorisce la redistribuzione). Non è difficile immaginare la protesta delle classi medie. Ma qui caliamo un altro asso. Vogliamo ottenere la crescita dimensionale delle imprese italiane? detassiamo gli utili di impresa per le Srl e Spa. Si badi bene che non si tratta di rendere DEDUCIBILI i profitti, ma di abolire o ridurre fortemente le tasse sui profitti delle società (favorisce anche gli investimenti esteri). Difficile che questi aspetti siano popolari, ma basta far passare la logica: o questo o il paese è condannato al declino...

Ovviamente sull'imposta sul reddito non si può giocare più di tanto: si aumenta l'Iva. e si aumenta su tutto, per non creare squilibri di mercato e settori favoriti.

Resta un terzo pilastrino: le tasse di scopo. Ad esempio, vogliamo fare una una riforma della scuola? Una riforma seria come quella di cui parleremo in un prossimo post? ebbene, tassa di scopo. è chiaro che alle tasse di scopo bisogna mettere limiti, oppure si accumuleranno barbaramente (e questo contraddice a semplificazione, crescita e probabilmente anche redistribuzione). I limiti sono importassimi, questo deve essere chiaro. Diciamo che una tassa di scopo si può mettere per 5 anni al massimo, secondo gli obiettivi della legge che finanzia (ed è escluso che possa finanziare alcune cose come le spese della difesa). E magari facciamo stabilire la durata della tassa alla presidenza della repubblica, alla corte dei conti, alla conferenza stato-regioni o al cnel.

Fine della riforma fiscale. Vi piace?
Apollo Belgico

sabato 7 maggio 2011

Tutti al mare!

Torno sulla questione della proprietà immobiliare e immobilismo.
La brillante idea inserita nel decreto per lo sviluppo economico di dare in concessione le spiagge per ben 90 anni, mi sembra possa in qualche modo aggiungersi alla lunga lista di provvedimenti, proposte e non-idee varie che mostrano quanto miope, vecchia e ammuffita sia la nostra classe dirigente.

Anche senza farcire il nostro discorso di dietrologie e sospetti, mi sembra chiaro che un'idea del genere è totalmente allucinante, sia per quanto riguarda la concorrenza, sia per quanto riguarda la tutela dei beni pubblici.
90 anni? 90 anni fa c'era il re in Italia. Fra 90 anni voleremo su navicelle spaziali.

Significa che chi si aggiudicherà la gara diventerà, più o meno, il proprietario della spiaggia.

Non credo neanche che si tratti necessariamente di un invito spudorato alla cementificazione. Quello potrà anche dipendere dai regolamenti regionali o comunali.
Quello che mi spaventa è che si tratta di invito alla rendita di posizione.

GG

martedì 3 maggio 2011

Ma secondo voi?

Siccome ancora corro e corro sempre colla maglia del Coripe (e voi vi chiederete, ma non la lava mai? ebbene sì, una volta l'ho lavata, ma poi non ho la lavatrice e quindi...), siccome corro dicevo ho sempre nuove domande. e le pongo a voi: ma secondo voi, è carino che gli stati unitensi, senza processo, in un paese straniero, facciano fuori un civile come bin Laden? E per di più invece di rendere il corpo alla famiglia e lasciare che se la sbrigassero fra tutti quanti mogli e cugini e figli e nipoti, lo buttano in mare? Non dico che queste cose siano inaudite e non si sia mai fatto di peggio, però che mi vengano anche a dire che devo stare allegro, perché la morte di bin Laden è una grande vittoria della democrazia, ecco questo no. o sbaglio?
apollo belgico