E adesso secondo voi cosa succede?

martedì 30 agosto 2011

Contrattare

Paese che vai, contrattazione che trovi. Dopo aver conosciuto i feroci mercanti di Marrakech, capaci di contrattare fino allo sfinimento per il prezzo di una pantofola, i campesinos andini mi sono apparsi decisamente piu' morbidi.
Riporto una breve conversazione tra un turista (a caso) e una venditrice indigena al vulcano Quilotoa (Ecuador, 4000 metri) in relazione ad una piccola maschera di legno.


Turista: "Quanto cuesta?"
Signora: "7 dollares, negociable"
Turista: "mmmm....no, 5!"
Signora: "6"
Turista: "5"
Signora: "ok"
Turista: ":-)"


SM





sabato 27 agosto 2011

sabato 20 agosto 2011

Eurobonds? Cosa sono e a cosa servono

Il Morandini si è certamente perso nella Jungla dell'Ecuador e adesso col suo machete sfronda sottobosco per sfuggire alle cerbottane velenose dei feroci Jivaros, che staccano la testa ai nemici per farne eleganti ornamenti da cintura. Però la crisi non si ferma solo perché lui e Dayu sono alla ricerca della Pietra Verde. Anzi, ogni giorno qualcuno se ne viene fuori con un'idea nuova e più stupida delle precedenti.
Ora è da qualche tempo che si parla di Eurobonds. A parlarne per primo, a onor del vero, è stato il Movimento Federalista Europeo, che già da anni fa campagna per questo. Poi ci si sono messi Juncker e Tremonti. Adesso ne parlano veramente tutti. Ovviamente, l'idea ha rapidamente perso di precisione. 
Ma cosa sono gli Eurobonds? Ci sono due significati possibili, più o meno legati. Il primo è che l'Unione Europea, tramite la BCE, emetta delle obbligazioni per finanziare certi suoi progetti. Il Trattato di Lisbona, fra le varie cose, ha riconosciuto all'UE la personalità giuridica, quindi adesso questo si può fare. Rimane un unico problema: l'Unione non ha un fisco proprio e per ripagare questi debiti dipende dai trasferimenti degli stati membri (che come si è visto possono mettersi di traverso e bloccare il bilancio).
Il secondo significato degli Eurobonds è quello che torna sempre più spesso e prelude ad un cambiamento molto più radicale. In sostanza si tratterebbe di mettere insieme una grossa fetta del debito pubblico dei paesi membri, in maniera da spalmare il rischio default su tutti e ottenere interessi intermedi fra i più alti e i più bassi: il pooling del debito, la lega dei debitori. 
In pratica, si tratta di fare un'emissione comune del debito per tutti i paesi membri (dell'euro) ad un unico tasso di interesse, da ripartire poi pro-quota. Il grande vantaggio sarebbe quello di permettere a paesi come l'Italia di pagare minori interessi. Mentre infatti il debito pubblico italiano è al 120% del PIL, il debito complessivo dell'area Euro credo sia intorno all'80%.
Io ritengo sbagliate entrambe queste idee, ma la seconda molto più della prima. Perché? Per diversi motivi. Il primo motivo è che non è affatto detto che le cose vadano bene. Quando l'Italia unificò il debito pubblico degli stati preunitari i tassi sui mercati secondari di anversa e parigi andarono verso gli altissimi tassi piemontesi, non verso i bassi tassi napoletani e toscani. Il mercato giustamente si chiederà chi comandi nella lega dei debitori. E se dovesse temere che i tedeschi non abbian ben salda la barra del comando, c'è il rischio di pagare tutti gli stessi tassi della Grecia, invece di quelli della Germania.
Il secondo motivo è banale: gli Eurobonds servono per fare debito. Se funzionano, funzioneranno come incentivo a spendere di più. Ma ciascuno stato spenderà come vorrà, in spese produttive o in spese grottesche. In Italia, in Grecia (non parlo del Portogallo e della Spagna perché non mi sono fatto un'idea precisa) è la politica che è malata. La Grecia, un paese povero, aveva spese militari inverosimili. Vogliamo finanziarie l'Esercito Greco? Vogliamo finanziare il sovraccosto della TAV italiana che è costata svariate volte più di quella spagnola o francese? Bisogna costringere gli italiani a cambiare il TU del 2006 sugli appalti, a fondere le forze di polizia, a chiudere le gestioni emergenziali tipo Bertolaso, non dar(ci) soldi da buttare nel cesso.
Il terzo motivo è il più importante. Gli Eurobonds, così come sono stati pensati, sono un fallimento. Un fallimento come l'Euro. Cioè una macchina tecnicamente molto ponderata che però non si regge su nessun consenso popolare, su nessuna democrazia. E ad un certo punto qualcuno (la corte costituzionale tedesca, ad esempio) potrebbe dire: perché i tedeschi dovrebbero pagare interessi più alti per finanziare spese che non possono controllare? E la verità è che i giudici di Karlsruhe avrebbero ragione. Non solo per i tedeschi. Perché noi tutti dovremmo rinunciare alle garanzie democratiche? (certo, il discorso non vale per l'Italia, che riacquisterebbe capacità decisionale rispetto ai mercati, ma vale in linea di principio). In fondo, l'Euro è stato pensato in barba a tutte le sciocchezze sulla Optimal Currency Area (come se fosse possibile valutare un'Optimal currency area!), proprio perché era concepito come primo passo verso un'unione politica. Il fallimento della moneta senza governo era tenuto in conto: era considerato lo stimolo a costruire il governo.
Allora io dico, e penso che gli amici del Movimento Federalista siano d'accordo con me, perché per una volta non facciamo le cose al modo giusto? Perché per una volta, invece di fare degli Eurobonds che sono come il lampadario di cristallo, non costruiamo il tetto della casa europea e non facciamo ai cittadini dell'UE la domanda giusta: volete voi l'unione politica o 27 stati nazionali indipendenti, senza euro né fondi stutturali? A questa domanda, secondo me, tutti i cittadini consapevoli risponderanno: sì, vogliamo l'unione politica e la democrazia europea.

mercoledì 10 agosto 2011

Times they are a changing

Un tempo c'erano i governi che comandavano. E mercati finanziari ed agenzie di rating svolgevano un ruolo di cane da guardia, controllavano che i governi non facessero troppe porcate.
Oggi comandano i mercati finanziari e le agenzie di rating. Ed i governi fanno i cani da guardia, cercano di evitare che questi facciano troppe porcate. 


O no?

SM o GG

lunedì 8 agosto 2011

Immaginate di essere tremonti...

Io non sono ancora andato in vacanza perché devo lavorare sulla tesi, però siccome lavorare sulla tesi è faticoso, allora finisce che scrivo minchiate su questo blog sperando che i vecchi compagni mi diano retta.
Immaginiamo quindi, in quest'agosto finalmente caldo, di essere Tremonti. Fate conto di esservi addormentati sulla sdraio dopo un pesante pranzo a base di peperonata e di fare quest'incubo: siete legati alla scrivania di quintino sella e dovete mandare un segnale ai mercati senza mandare in crisi il governo e dovete anche farlo in fretta. Cosa fate?
Innanzi tutto potete annunciare qualche misura sull'economia reale, ma difficilmente fare un granché. E certe cose, tipo l'abolizione degli ordini professionali, non potete nemmeno annunciarle. Solo il bilancio dello Stato è veramente a portata di mano. Dimenticatevi però cose fantasiose, tipo i costi standard, una nuova e decente legge sugli appalti (il TU sugli appalti del Berlusconi del 2006 è una delle iniziative più criminale prese sotto la leadership del Silvio), o la semplificazione dei bilanci dei comuni. Leggi di questo genere richiedono una lunga gestazione, molte discussioni e la conferenza stato regioni.  
Cattiva digestione? Il cinghiale di Brioschi
Neppure dalle privatizzazioni bisogna aspettarsi granché. Quel che sarebbe da vendere perde valore giorno dopo giorno. E francamente non credo che la prospettiva di un ENEL, o di un ENI contendibili basterebbero a rialzarne i prezzi. Per non parlare di aziende improbabili tipo le POSTE, che vivono di espedienti ma non sanno fare né la banca né la posta.
Secondo me è evidente che non vi resta da fare che una cosa: intervenire sulle pensioni. Al meglio abolire l'anzianità e dire che si va tutti in pensione a 65 anni (65, non 67) indipendentmente dal tipo di contributi. Al peggio, aggeggiare ancora su finestre, posticipi, anticipi e palle varie e incomprensibili che generano temporanei risparmi ma non danno garanzie. 
Non voglio entrare in una discussione sulla giustizia di questa misura. Non ha importanza adesso. Voglio solo dire che se io, in preda al maldistomaco e sdraiato sul divano, sognassi di essere tremonti, mi verrebbe in mente solo questo. Oppure alzare le tasse. Oppure un mix delle due, perché l'abolizione delle pensioni di anzianità comincerebbe a valere dal futuro, mentre il carnaio è già cominciato e presto anche il morandini si rasseragnerà al lato oscuro della padella (quello col tefal, per intenderci).
AB








venerdì 5 agosto 2011

Risposte di getto

Un mio caro amico, che per simpatico rispetto dell'anonimato, chiamero Gabriel Omar Batistuta, ingenuamente pensando che io potessi in qualche modo chiarigli alcuni dubbi sull'attuale marasma econonomico-finanziario che si sta scatenando sul nostro paese, mi ha posto la seguente domanda:

             "Ma secondo te siamo nella merdissima o è una esagerazione giornalistica?"

Io, un pò di fretta ho risposto come segue. Ci saranno omissioni,errori, ingenutià. Ma pubblico tutto lo stesso!

"L'Italia fino a pochissimo tempo fa era ritenuto un paese in difficoltà ma abbastanza solido.
  • In difficoltà perchè abbiamo un debito pubblico molto alto (120% del PIL), una crescita molto bassa, una politica ridicola e mille riforme da fare che non vengono fatte (liberalizzazioni, riforma del fisco, smantellamento degli ordini professionali e corporazioni varie, riduzione dei costi della politica, riduzione degli sprechi, riduzione della burocrazia e dei tempi della giustizia....).
  • Solido perchè le banche italiane hanno resistito alla crisi meglio delle altre, perchè le famiglie italiane sono relativamente risparmiose e quindi poco indebitate, perchè l'imprenditoria italiana, nonostante tutto è vitale e dinamica e perchè nonostante la crisi l'enorme debito pubblico è stato tenuto sotto controllo. In particolare il deficit pubblico, ovvero la differenza tra entrate e uscite è molto più contenuto rispetto ad altre controparti europee e potremmo anche pensare con dei sacrifici di andare verso il pareggio di bilancio. 

Quindi, fino a pochissimo tempo fa l'Italia era ancora vista come un paese "core" europeo, non un paese "perirferico". Anche se sorvegliato speciale.

Cos'è successo allora? Perchè lo spread, differenziale tra il rendimento pagato tra i titoli di stato tedeschi (considerati non rischiosi) e quelli italiani sale, rischiando di farci fare la fine della Grecia? 
Grossomodo ci sono due gruppi di ragioni:

  • Cause esogene, esterne:
    1. La crisi della grecia ed in genere dell'europa.La difficoltà nel reagire correttamente da parte delle istituzioni europee. Mi fermo qui sennò apriamo un discorso infinito.
    2. Le difficoltà degli Usa, i rischi di recessione dell'economia americana.
    3. L'irrazionalità dei mercati finanziari che enfatizzano ogni evento e che dovrebbero essere riportati ad essere subordinati alla politica ed all'economia reale.
    4. La debolezza dei leader europei, "troppo giovani per aver fatto la guerra, troppo vecchi per aver fatto l'erasmus" .
    5. Lo strapotere delle agenzie di rating, i loro conflitti di interesse, la tempistica pro-ciclica delle loro valutazioni.
  • Colpe nostre, cazzo, davvero solo nostre:
    1. L'Italia non è più credibile. Forse per molti italiani il fatto di avere un premier che va a troie un giorno sì e l'altro pure, che spara cazzate, che mente, che si circonda di lacchè e che più in generale promette, promette da 15 anni ma non fa nulla può andare anche bene. Ma dal punto di vista degli osservatori internazionali ( e quindi anche dei mercati finanziari) non siamo credibili.Tu presteresti dei soldi ad uno di cui non ti fidi? Io no! I danni dell'era Berlusca a mio avviso sono enormi e ci vorrà molto tempo e buona volontà per recuperare la credibilità perduta. Il suo discorso alle camere per rassicurare i mercati è stato semplicemente disarmante. Dio sa cosa abbiamo fatto per meritarci tanta mediocrità e sufficienza.
    2. Tutti sanno che cosa serve all'Italia, le riforme che servono, di cui molte a costo zero. Sono vent'anni che tutti lo sanno. Ed in molti lo dicono. Nessuno le fa, perchè a una politica debole ed ignorante conviene vivacchiare, proteggendo interessi particolari (avvocati, tassisti, notai....) piuttosto che fare scelte impopolari per il bene del paese nel lungo periodo. La vitalità imprenditoriale degli Italiani è imbrigliata e questo non ci permette di crescere. Se non cresciamo sarà difficile abbattere il debito pubblico.
    3. Tremonti, con tutti i suoi evidentissimi limiti, ha tenuto i conti sotto controllo e per gli investitori intenazionali era una sorta di garanzia sulla tenuta dell'Italia. Quando l'ennesimo scandalo nostrano ha toccato Tremonti, gli investitori hanno iniziato a perdere quella poca fiducia che nutrivano ancora nel nostro paese. Ed hanno cominciato a vendere, vendere vendere i nostri titoli. Certo, la speculazione c'è, ma in questo caso,purtroppo c'è anche una sfiducia vera, "strutturale" che fa sì che molti si stiano disfacendo dei bond italiani.

Arriviamo, dopo questo elenco un pò confuso, alla tua domanda.
Secondo me sì, siamo nella merdissima, perchè abbiamo una classe politica vergognosa, che non è in grado di prendere le decisioni necessarie. Ma è vero anche che la storia ci offre ancora una volta l'opportunità di fare tesoro dell'emergenza e di fare in extremis le  riforme. Se devo cercare un aspetto positivo in tutto questo casino, vedo che per la prima volta in tanti anni le parti sociali , confindustria, sindacati etc.. hanno deposto l'ascia di guerra per presentare una piattaforma comune. Quella è la direzione giusta. C'è bisogno che la politica faccia uno scatto. Ma i tempi stringono Speriamo."


SM o GG

giovedì 4 agosto 2011

Ecco quello che dovrebbe fare Renzi (ma fra tutte le macchine lussuose che si presentano nel video, il sindaco di Vilnius finisce per prendersela con questa mercedes di 20 anni fa...)